1 lug 2025

La Libreria del Mare raduna i Fratelli della Costa


E' un martedì milanese ma sembra di essere a l'Havana. Io sono in ritardo di mezz'ora - e di una settimana e passa nel postare questo resoconto - ma le temperature sono in anticipo di un mese. Vincerà l'aperitivo stile Milano-da-bere in un bar all'aperto o uno stuzzichino al chiuso in libreria per ascoltare due tizi, una produttrice cine-tv (Gabriella) e uno scrittore per caso (io), che parlano di un libro dal titolo strano?

Qualcuno forse se ne sarà accorto: la foto - mossa - nella head è stata scattata proprio all'Havana, ne La Bodeguita del Medio, uno dei due bar preferiti di Hemingway. Quello in foto non ha nessuna pretesa di assimilazione, è solo un visitatore felice di essere lì a respirare l'aria ed i suoni di un luogo sacro, un luogo che ispira. La libreria del Mare a Milano, è un luogo molto simile. Non servono mojitos ma libri. Ed è un punto di riferimento per la letteratura di mare in Italia da cinquant'anni. Cinquant'anni tra poco. Tutta boiserie, antiche travi e scaffali, ha un desk che sembra una consolle o una plancia di comando di una barca. Chissà se l'hanno concepita così apposta. Alessandro e Simona sono sempre pronti ad accoglierti con un gran sorriso, con prosecco e stuzzichini e con su l'aria di chi pregusta la festa. Sanno già che la mia non sarà una presentazione accademica. 


Arrivano piano piano, i Fratelli della Costa, un po' da tutti i mari e da tutte le coste: Ale da Zanzibar, Giorgio e Simone dalle Maldive, Jessica da Sharm el Sheikh. Non hanno preso un aereo per me, intendiamoci, erano di scalo nei paraggi e hanno deciso di farmi una sorpresa. Se fosse stata una presentazione ad inviti non sarebbe riuscita meglio. Come l'avranno saputo? Con i social sono di una incompetenza davvero imbarazzante. Sospetto l'intervento professionale di ScubaPortal e di Nutrimenti_Mare.

A bruciapelo Gabriella Manfrè, la relatrice, mi domanda: chi sono i figli di una Shamandura? Ce li ho davanti, siamo noi, membri della generazione X che hanno deciso di fare delle loro vite quello che sognavano: portare le persone sott'acqua, possibilmente in un mare splendido o insegnare ai vacanzieri come si fa. Tutti i santi giorni, come mestiere, come routine. 

Eccoci.


E poi c'è Pietro, fotografo subacqueo di fama internazionale, autore, sempre in prima linea sui temi ambientali, e poi Steve che ho conosciuto dopo una discussione - segnata da eleganti insulti - su Poverosub un forum di subacquea, per poi scoprire che eravamo molto simili, sott'acqua e nella testa, al punto che un giorno me lo ritrovo a Sharm. Jacopo e infine Claudia, allora divemaster stagionale di primo pelo, che mollò tutto per inseguire quel sogno condiviso: un ufficio tra i coralli (cit. Paolo Giacomin). Eravamo molti di più, ovviamente, e chiedo scusa a chi non menziono espressamente, ma rivedere i vecchi amici che come plancton nella corrente ancora vagabondano per i mari, ritrovarsi per puro caso in una libreria storica di Milano, ha messo in vibrazione le corde più profonde.

Lo so che mi volete bene tutti e il vostro affetto è un privilegio. 

Sappiate che ve ne voglio anch'io. 

Ma tanto.

Grazie di cuore.


Claudio





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