La mareggiata del 29 ottobre 2018 aveva distrutto tutto. S’era portata via il compressore, fatto a pezzi la piattaforma di cemento. Il mare era entrato nel ristorante, alto un paio di metri sulla spiaggia. A memoria d’uomo non s’era mai vista, lì a Bergeggi, una tempesta del genere. Era uno dei tanti accessori nel pacchetto CO₂.
Ma la natura ferita non guarda in faccia a nessuno, quando distrugge. E chi deve farci i conti è spesso chi proprio dalla natura ricava un sostentamento, senza prendere niente, solo mostrando la sua bellezza.
Allora i ragazzi del Triton Diving Club, Alex, Marica, Riccardo, Sergio e Silvano, insieme ai gestori della struttura cui il diving si appoggia (la splendida famiglia Aimar) si sono rimboccati le maniche e hanno affrontato un’altra stagione, con una logistica del diving ridotta a metà.
Il loro party di fine stagione è uno dei rari eventi che dissolvono la nostalgia, quella dei vecchi tempi di Sharm, dove i party erano cosa sacra. Anche per fare casino ci si organizzava seriamente, da veri professionisti. Come quella volta che cercammo di far volare una mongolfiera/calamaro gigante e per poco non prese fuoco il Fanar.
Chiudo la divagazione qui: siamo a Bergeggi, il tempo è così e così, la giornata d’immersioni è finita e s’accendono le lucette di un inquietante scatolone nero. Scopro che è un set da karaoke.
A rotelle.
Riccardo prende in mano il microfono. Neanche gli animatori del Venta riuscivano a far cantare i subacquei tecnici e i cinquantenni col brevetto FIPSAS. Lui ci riesce: uno per uno i club subacquei danno spettacolo. Io sto per cadere dalla sedia: ai club con la percentuale più alta di omaccioni toccano le canzoni più sceme.
Tra una canzone e l’altra per riposare i timpani, e gli addominali provati dall'esercizio della risata, c’è l’estrazione dei regali. Riccardo riprende il microfono e passa un sacchetto ad un bambino. Da quando in Italia esiste la tombola è sempre un bambino ad occuparsi dei numeretti. E Bergeggi è in provincia di Savona. Piovono magliette, sconti, libri… baciabbracci e cotillons.
Ma questo è stato un anno veramente tosto per il Triton, una fatica disumana, oltre alla perdita economica. Bene: Riccardo e Marica e Silvano hanno pensato di aggiungere qualcosa di veramente personale ai premi. Vogliono ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto il Triton, con le loro presenze e il loro affetto. Ogni coppia, ogni famiglia, ogni club, riceve un certificato o una targa.
“Friends will be friends”
recita la scritta tra i nomi e il logo. Accanto, la foto artistica di uno spirografo. I piccoli sub ricevono un certificato di 'Amico del Mare'
A questo punto Marypoppins sta per commuoversi. Devo farne una delle mie: prendo un microfono e con Ric ci mettiamo a cantare Subacqueo, sulle note di Azzurro
(trovate il testo QUI).
Beh, inutile dirvi che da qualche anno, quando esce un mio nuovo libro il Triton Diving Club è il primo diving dove vado a presentarlo.
È partito tutto con uno splendido
Shamandura Day, grazie ad Enrica, ex divemaster del Triton, vittima orgogliosa dell'omonimo romanzo. Seguirono altre giornate, come la presentazione di Io sono il Mare, e se mai ne scriverò un altro, sapete già dove avrà luogo la ‘prima mondiale’. Sarò anche sott’acqua, ovviamente, Ric, Marica e Silvano sono dei professionisti anche quando non si tratta di puro cazzeggio, e le immersioni sono quelle da area marina protetta.
Un’ultima cosa:
il Mar Rosso è sempre lì dove l’ho lasciato, lo so che c’è, basta andarci. Quindi non erano tanto i coralli e un certo relitto a mancarmi troppo, quanto l'irripetibile: i
Deco-boys, i loro concerti, le nostre parodie. L'ammetto, mi mancava quell’atmosfera dei party presi religiosamente sul serio, veri e propri eventi costruiti con pazienza, con amore. Fu ridendo di noi stessi (noi non riuscivamo a prenderci troppo sul serio) e sdrammatizzando momenti difficili che laggiù a Sharm avevamo costruito un gruppo sociale unito, con le sue arti, la sua cultura identitaria, il suo poema spontaneo.