Fuori è una bella giornata, il cielo è limpido ma nella sala
conferenze del museo almeno un centinaio di persone hanno scelto di
assistere a uno spettacolo insolito: quello degli scienziati che ci spiegano la
strana sostanza dei loro lavori.
Rudolf Stockar è
il responsabile degli scavi di Monte San Giorgio, una delle miniere di fossili marini
più importanti al mondo. I suoi tesori sono disposti su cinque strati
depositatisi nel Triassico medio nell’arco di circa dieci milioni di anni. Le
immagini al microscopio ci mostrano che i sedimenti sono stati cementati tra loro
e intorno ai fossili da una strana colla. Una bio-colla, per l’esattezza. L’hanno
creata i batteri.
Siamo nel mondo
de ‘Il quinto giorno’ capolavoro di Frank Schätzing, dove l’umanità intera
scopre che gli abissi sono dominati da esseri monocellulari, quali sono i
batteri. Sono loro i protagonisti misteriosi e innominabili di ‘Abissi’, il leitmotiv
fortemente voluto da Beatrice Jann, biologa
marina, ricercatrice, per questa edizionedi Mondi Sommersi. Un tema che, se rivelato all’inizio avrebbe forse
spaventato o destato scarso interesse nel pubblico ‘meno scienziato’. Un inganno
ben riuscito, perché d’abissi s’è parlato. Ma anche di esplorazioni spaziali,
fossili, laghi alpini.
Tomaso Bontognali, lavora per Exo-Mars 2020. L’animazione della sonda che raggiungerà Marte nel 2021 scorre sullo schermo. L’attrezzo dopo nove mesi di viaggio perforerà la superficie del pianeta rosso con una specie di trapano alla ricerca di tracce di vita batterica. Esaminerà la superficie marziana da 70 a 200 cm di profondità, dove le radiazioni e i gas tossici forse hanno lasciato intatto il ricordo di una vita sul pianeta. Cercherà fossili microbici, biomarcatori e sedimenti tipici del microbial mat, il tappeto microbiale che si trova, sul pianeta Terra, soprattutto negli stromatoliti.
Tomaso Bontognali, lavora per Exo-Mars 2020. L’animazione della sonda che raggiungerà Marte nel 2021 scorre sullo schermo. L’attrezzo dopo nove mesi di viaggio perforerà la superficie del pianeta rosso con una specie di trapano alla ricerca di tracce di vita batterica. Esaminerà la superficie marziana da 70 a 200 cm di profondità, dove le radiazioni e i gas tossici forse hanno lasciato intatto il ricordo di una vita sul pianeta. Cercherà fossili microbici, biomarcatori e sedimenti tipici del microbial mat, il tappeto microbiale che si trova, sul pianeta Terra, soprattutto negli stromatoliti.
Stefano
Bernasconi, professore di Biogeochimica al politecnico di Zurigo, per qualche
verso (non me ne voglia, parlo di uno dei miei scrittori cult) mi ricorda fisicamente
Douglas Adams. Ha lo stesso piglio ironico all’inglese e ci mostra mondi
fantastici. Visitare gli abissi oceanici è come visitare pianeti di altre
galassie. Ci presenta il mitico Alvin, batiscafo per la ricerca, e ci spiega un
po’ come si vive a bordo sia di Alvin che delle navi da ricerca, dei vari ‘battesimi’ celebrati a suon di secchiate d’acqua e avanzi di cucina da lanciare sull’iniziato
dopo il primo viaggio negli abissi. Ma soprattutto ci presenta le fumarole,
questi veri e propri crogioli di vita allineati
al limite delle placche continentali. E della vita stessa. Lì intorno l’acqua
può raggiungere facilmente i 400° centigradi ma non evapora per effetto dell’immensa
pressione. In mondo buio, bollente e con una pressione che schiaccerebbe
un sottomarino nucleare classe Typhoon come una lattina di birra, vermi e
batteri si aggrappano alle fumarole metabolizzando alimenti inorganici e
traendo energia non dall’ossigeno o dalla luce, ma dal calore.
Un mondo alieno.
Ma anche molto instabile; temperature e elementi chimici creano continuamente nuovi
composti, e le fumarole si accendono e si spengono secondo il capriccio delle
placche continentali. Ma in quel mondo alieno c’è chi ha visto un guadagno,
dallo sfruttamento del calore a quello dei minerali.
Siamo di nuovo
nel mondo de ‘Il quinto giorno’, dove la manipolazione degli idrati di metano
negli abissi crea una catena di eventi oltre la portata dell’essere umano, e
dove i batteri (come in Mondi Sommersi 2018) sono i protagonisti. Vogliono
estrarre minerali e petrolio dal fondo del mare e c’è chi cerca di proteggerlo,
ma operare una nave per la ricerca scientifica come Joides Resolution costa 150.000
dollari al giorno. Sto per far partire la solita polemica sui fondi alla
ricerca. Mi fermo. L’avventura di Caslano è stata altra roba. Ho scoperto cose
emozionanti. Prima di Mondi Sommersi 2018 ero rimasto alla circolazione termoalina,
cioè la circolazione delle correnti oceaniche che generano un ricambio totale
ogni 500 anni. (Illuminate il film di Bortoli, Boyer, Jop: The Trip: Il Viaggio)
A Caslano scopro che c’è un’altra circolazione: quella delle fumarole. Si stima che in 10 milioni di
anni le fumarole abissali riciclino tutta l’acqua degli oceani. Si parla dell’instabilità,
prerogativa dell’evoluzione e della vita stessa. Rivelazioni del genere mi emozionano
profondamente, mi sento come al cospetto di una Pietà di Michelangelo. Tra un intervento e l’altro le immagini subacquee di Franca e Mauro
Bernasconi sfilano ipnotiche, con musica e voce fuori campo, di una bellezza
indicibile.
Cristiana
Barzaghi è un biologa e animatrice. Ha costruito una rana pescatrice. L’ha
fatta trafficando a lungo su un casco da motociclista, apponendo denti, pinne,
occhi e una specie di abatjour che pende come esca luminosa. L’ha fatto per i
più piccoli, per coinvolgerli in quello spettacolo a volte pauroso che è il
mondo degli abissi.
Mauro Tonolla, Samule
Roman e Cristina Fragoso-Corti ci mostrano delle ampolle colorate. Contengono i
batteri del lago Cadagno, dove un paio di volte sono andato in mountain-bike. Avevo
esplorato il caseificio dove fanno il Piora, un formaggio da venerare, ma
non m’ero mai immerso lì. Scopro che ogni strato di quel lago dalle condizioni
estreme ha un colore determinato dai batteri che lo abitano. I batteri vanno in
scena su un tavolo, rinchiusi in ampolle rosa, magenta, verde e petrolio,
oppure nei vetrini sotto il microscopio. Il buffet offerto dal Museo per chi si
attarda fino all’ultima presentazione è una pausa tra un tempo e l’altro dello
show. Sembra di stare a teatro, con gli scienziati che si esibiscono dal vivo
su un unico tema.
La natura è l’opera
più grande. Non c’è bisogno di cercare un artefice, è lì chiunque l’abbia
fatta. Esserne testimoni e interpreti è il nostro privilegio di esseri
senzienti. A Caslano abbiamo celebrato i batteri, la forma di vita predominante
sul nostro pianeta e chissà, forse altrove. Bisogna farcene una ragione. Speriamo solo di non farli incazzare, come ne ‘Il quinto giorno’.
Titoli di coda
Relatori/animatori
Cristiana
Barzaghi, Rudolf Stockar, Stefano Bernasconi, Tomaso Bontognali,
Mauro Tonolla,
Samuele Roman, Cristina Fragoso-Corti.
Organizzazione
Beatrice Jann,
Maurizio Valente (Museo della Pesca), Franca e Mauro Bernasconi,
Cristiana
Barzaghi, Claudio Di Manao
Per saperne di più
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