22 lug 2021

Da grande farò l'astronauta



All'inizio c'è un odore.
Avrò avuto al massimo cinque anni, perché ancora non andavo a scuola. Il giorno prima m'avevano regalato una maschera, di quelle che puzzavano forte di gomma e talco, e un paio di pinne rondine per bambini. Puzzavano bene anche quelle, Quell'odore m'è rimasto addosso per tutta la vita. Tanto che, quando ci penso, ancora precipito in un abisso luminoso: stelle marine, conchiglie, pesci. Cavallucci. I giochi di luce delle onde sul fondale. Le increspature sulla sabbia.
Il mistero bluastro degli scogli e dell'ombra, nelle grotte, sotto i pontili.
Ma se mi chiedevano 'cosa farai da grande?' io rispondevo:
'l'astronauta'.

Tutta colpa di 2001: odissea nello spazio. 
I film di Bond già circolavano da almeno dieci anni, ma non mi ci portavano. In compenso avevo visto Odissea almeno tre volte inseguendolo nei cinema parrocchiali e di terza. Le astronavi mi piacevano un casino, senza parlare delle tute spaziali. Intanto avevo continuato ad andare con maschera e pinne ed avevo imparato a fare due cose: a compensare e ad iperventilare - che poi si rivelò una pratica pericolosa. Per le bombole dovevo aspettare. Come per diventare astronauta. 
Thunderball, ancora non lo sapevo, era il film dei record per le scene girate sott'acqua. 
Per i numeri leggete qui: https://alertdiver.eu/it_IT/articoli/subacquea-pop-007-operazione-tuono
E in Dr..No (007 licenza di uccidere) una indimenticabile Ursula Andress con maschera e coltello - la fissa dell'epoca era di andare sott'acqua armati -  spunta dal mare come una Venere di Botticelli. 



Ma lo spazio ruba sempre la scena al mare.
Stati Uniti e Russia si stanno sfidando in una prova di puro marketing. Un certo numero di nazioni indecise devono ancora scegliere tra due sistemi. E quelle già schierate al di qua o al di là della cortina hanno bisogno di motivazioni. Hollywood e i media, e di conseguenza l'immaginario collettivo, lentamente sovrascrivono una conquista ben più utile: quella dei fondali marini.

Nel 1957 Il mondo del silenzio, di Louis Malle e Jacques Cousteau, aveva vinto l'Oscar come miglior documentario. Il mare era pronto a stregare il grande pubblico con pesci, scooter subacquei, e coralli. Tre anni dopo, il 23 gennaio del 1960, Auguste Picard e Don Walsh col batiscafo Trieste raggiungono il punto più profondo del pianeta nella Fossa delle Marianne. Si apre una nuova frontiera: l'esplorazione degli abissi e dei loro segreti. Ma nel 1961, esattamente il 12 aprile, un russo, Yuri Gagarin, è il primo uomo a raggiungere lo spazio. La notizia sorprende tutti e di abissi non parla quasi più nessuno. Restano interessati solo pochi addetti ai lavori. Le compagnie minerarie, con il loro proverbiale pragmatismo, capiscono da dove viene l'opportunità. Ignorano lo spazio e zitti zitti gettano uno sguardo alle risorse sommerse - ne ho scritto qui:
https://www.imperialecowatch.com/2021/05/18/deep-sea-mining-dal-mare-liberum-allazione-di-greenpeace/

Se con Thunderball il mare e la subacquea stuzzicano di nuovo il pubblico con uomini e mezzi che si muovono nelle tre dimensioni, Odissea nello spazio e una sequela di serie di fantascienza catapultano il mondo ai confini dell'universo. Andrà avanti così, a colpi di effetti speciali - spesso grossolani - per i prossimi quindici anni. Ma mi piace ricordare che l'unica scena drammaticamente vera di gravità zero in 2001 è quella girata sott'acqua. Quando David disattiva Hal 9000 è in in una piscina. Non c'è altro modo, secondo il genio maniacale di Kubrik, di renderla così realistica. Rischiando la vita della controfigura, che s'era trovata sott'acqua in uno scafandro non ventilato per evitare emissioni di bolle. Si era ben lontani dai rebreather moderni. Ormai era fatta: malgrado le stazioni subacquee Precontinent di Cousteau, il destino dell'umanità era nello spazio. Colonie extraterrestri, basi lunari e gigantesche stazioni spaziali entrano nell'immaginario collettivo come futuro inevitabile: la patente d'astronauta sostituirà la patente B. Ma chi vincerà questa gara?



Il primo uomo sulla luna è un americano.
Qui parlo del film: https://nonsoloshamandura.blogspot.com/2018/11/il-primo-uomo-lasciatevi-annoiare.html 
Gli americani esultano, i russi fanno spallucce, ché di buttare tutti quei soldi per un mucchietto di sassi proprio non gli andava, e per un po' la gente si scorda il Vietnam. Poi, finalmente, qualcuno comincia a pensare che dopo la vittoria d'immagine insistere a sparare capsule Apollo e moduli lunari su un satellite desolato sia una velleità costosina. Il contribuente è ancora contento dello show, ma prima o poi inizierà a far domande. Il programma sbaracca prima che le pongano in troppi.

Nel ridimensionamento degli obiettivi, stavolta con un filo di senso pratico in più, c'è da conquistare una zona molto più utile della luna: l'orbita terrestre. Lasciar bruciare missili Saturn V al loro rientro nell'atmosfera è ora percepito come uno spreco di soldi, inventiamoci allora un traghetto in gran parte riutilizzabile, così il contribuente non rogna. Ma i programmi spaziali, o meglio orbitali, hanno il brutto vizio di sforare il budget. Che si fa? 
Offriamo biglietti per recuperare le spese e vediamo che succede. Sembrerà un'idea stelle e strisce, invece è venuta ai russi. Il primo turista spaziale, nel 2001, è l'americano Dennis Tito. È solo il primo di una lunga lista. Sgancia 20 milioni di dollari per volo e pernottamento di una settimana sulla ISS, andata e ritorno con una spartanissima Soyuz, tutta acciaio e bulloni.




E se ne facessimo di più comode...
Branson, Musk e Bezos fiutano l'affare. Non sono gli unici, sono solo i più famosi tra coloro che si sono gettati a capofitto in quella nicchia dorata di mercato. Il volo di Bezos, riportano i giornali, costa 32.000 dollari al minuto.

Ma...
Se prima un miliardario pagante sosteneva parte dei costi della ricerca scientifica, ora sostiene le tasche di chi di soldi ne ha già così tanti da doverli lanciare nello spazio. 

Torniamo a quell'odore di gomma. 
Accanto ai sogni spaziali continuava a vivere un altro mondo dove potevo sentirmi senza peso. Un mondo che non avevo mai smesso di frequentare. Lì sotto i pensieri di superficie svanivano per cedere il passo al silenzio e alla meraviglia, ad una parete di corallo, a un nudibranchio che striscia su una spugna tremando per la corrente, al gamberetto che ti danza nella mano. Un mondo di luce, di colore e di vita. Vita aliena. Non c'è nulla di più alieno del mondo sottomarino. Lo spazio vuoto e freddo dovrà faticare non poco a fabbricare esseri come quelli che incontri sott'acqua nel pianeta Terra. Chi non mi crede non ha mai visto un nudibranchio.

Ma soprattutto sono felice di pesare sul pianeta solo con l'energia di un compressore che riempie la mia bombola. Oggi per me lo spazio dei turisti, con la sua costosa tecnologia tutta privata e con le sue emissioni stratosferiche 
può 
serenamente
pacificamente
andarsene 
affanculo




PS
Tornerò presto sull'argomento con un raccontino.

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