16 nov 2025

Back to Sharm el Sheikh - oltre l'immaginabile

 


A volte scrivere è un atto magico. Ho scritto Sbandati come plancton nella corrente perché mi mancavano i miei protagonisti, in gran parte ispirati ai vecchi miei amici di Sharm el Sheikh. In sostanza, mi mancavano un botto i miei amici. Ed avevo una promessa da mantenere.

 

Mi preparo al corto circuito.

Sapevo che la Sharm el Sheikh di oggi sarebbe entrata in conflitto con i miei ricordi più cari, come lo facevano i sogni che di notte continuavano a distorcere La Mia Sharm

“Io avevo lasciato il Mar Rosso, ma nei sogni il Mar Rosso voleva dirmi che non m’aveva mai abbandonato. Qualcuno sostiene che la mente, mentre si dorme, cerca di ricostruire il quotidiano. Platax e barracuda non erano più il mio quotidiano da un pezzo, eppure irrompevano nelle scene che sognavo.”

-          Sbandati come plancton nella corrente

Intanto...




Day 1 & 2

Chiamatela pure sindrome del Ragazzo della via Gluck. Per i primi due giorni ho nascosto dissimulato (nel possibile) lo shock alle mie compagne di viaggio. Il loro entusiasmo, ed una genetica repulsione al lamento, non meritano lagne. Da loro mai un gnegnegné, piuttosto risate su tutto ciò che, tipicamente a Sharm, non funziona. Pensavo di essere utile sulle trappole che conoscevo bene e loro… niente, scardinano tutte le tagliole sul percorso, riescono a mettere in imbarazzo navigati animatori-gigolò e a guadagnarsi il loro rispetto. Con calma.  E sense of humour. Mi dico: con tre così vai dappertutto. L’universo sta tramando per la mia felicità ma io ancora non lo so. Vedo sfilare insegne luminose, fontane nel deserto, costruzioni stile Disneyland, torri dove prima c’era solo il giallo ocra dell’arenaria. Cerco gli spazi ancora sterrati dove un tempo consumavo i miei sandali alla ricerca di un introvabile spazzolino per il cesso. (cit. Figli di Una Shamandura)


Day 3 - Jessica

So che è a Sharm e voglio farle una sorpresa. Anche lei ha scritto un libro, un romanzo breve, brillante e toccante su di noi, guide e istruttor sharmesi. La incontriamo al Sadyki Bar a el Hadaba, sul cliff. Con lei ci sono Andrea, Claudia e Livia, la figlia di Claudia, che venti anni fa era una ragazzina imbronciata ed ora è una felice divemaster. Il Sadyki Bar adesso ha anche un gabinetto. Immaginate un po’ la situazione precedente, in un luogo dove non c’è neanche un alberello in giro. Baci, abbracci e lagrimucce. Ci rivediamo il 10, dice Jessica, stesso posto.  Ok.


Day 4- El Fanar

La mia prima immersione – si fa per dire - dalla floating del Coral Bay, è rigorosamente guidata. Un vecchio adagio sharmese recita:

“Sono i diving center che non ti chiedono il check dive quelli dei quali devi fidarti meno”

Non aspettatevi la descrizione di questa immersione perché quella documentata è l’ultima. Usciti dall’acqua si va a El Fanar. Luogo leggendario. Da lì, oltre a mangiare, bere birra e prendere il sole, potevi addirittura entrare in acqua per scrutare le gorgonie di Ras Umm Sid. Anche facendo snorkeling. Lettini, gorgonie etc. sono ancora lì, ma il ristorante stile Flintstones è in rovina, nascosto dai muri e strutture di legno che separano più bar e attività, affastellate peggio che in Liguria. Mi ricorda i sogni sulla Sharm di superficie che da dieci anni a questa parte mi raggiungono di notte. La Mia Sharm, nei sogni, è un suk delirante, caotico. Al Fanar mi manca lo spazio di un tempo. Ti salvi se vai in acqua o se sei bordo mare ad osservare la danza delle barche che si avviano al porto nel tramonto dorato. Propongo di cenare a Naama Bay. Il mio obiettivo segreto è il Pirate’s Bar. È lì che ho incontrato Franz, dopo che ci eravamo persi di vista per dieci anni. Ed è lì che Thomas, col quale lavoravo al Sofitel, mi presentò Steve, anche lui reduce da Zanzibar. Era lì che trovavamo tutti i manager e quindi lavoro, e l’happy hour prevedeva un ricchissimo buffet. Senza parlare delle divemaster abbronzate, oltre i manager. 



Day 4 -5  - Attento a cosa desideri, potrebbe avverarsi

Ho scritto Sbandati come plancton nella corrente perché dovevo chiudere in qualche modo l’epopea sharmese. Io, e molti dei vecchi, ce ne eravamo andati. Ma come anticipato, mi mancavano i protagonisti dei miei romanzi. E di conseguenza gli amici che li avevano ispirati, tutti sparsi per il mondo, Mi mancavano soprattutto Steve e Thomas, i DecoBoys, che hanno lasciato un segno importante nella nostra comunità di sbandati planctonici. Il mio obiettico segreto è cenare al Pirate's Bar. Risco a raggiungerlo e le mie compagne di viaggio danno l’ok per il menu ed io tiro un sospiro di sollievo, ma a metà. Mi sento come in museo deserto. Prendo il mio telefono e mostro loro foto disegni come cercando di giustificare la mia insistenza a cenare in un locale semivuoto. Per loro va benissimo, il cibo è ottimo e l’atmosfera è piacevole. Chiediamo il conto e spunta Sem, ex guida ed ex superstite del famigerato 100’s Club che mi riconosce subito.

“Claudio! Non ci posso credere! Indovina chi sta arrivando!” – mi dice.

Steve e Thomas, i DecoBoys si materializzano sul piazzale del parcheggio.

Nessuno di noi ha in programma di far tardi, ma Sem ha con sé una chitarra….

 

DAY 5 - due libri, i DecoBoys e una violinista

Non riesco a dormire. L’emozione è troppo forte. La probabilità era una su qualche milione, visti i nostri percorsi, e la mia allergia ai social. Ci siamo ritrovati esattamente dove ci eravamo incontrati, dove è partito tutto. Alla sera si va al Sadyki Bar, scopro che io e Jessica dobbiamo presentare i nostri libri: Sbandati come plancton nella corrente e Pensieri fluidi in un mondo sommerso. Hanno fatto tutto loro, le femmine tessitrici.

Vedo spuntare, ad uno ad uno, i miei amici di Sharm, come da una vita parallela: Cecco, Sara, Chiara, Barbara, Luca, Yuri, Andrea, Vanessa, Ornella, Michelina, Brano, Luis,… Finita la presentazione Jessica si commuove, ma interviene subito un violino.  Non avevo mai visto un violino ad un party a Sharm. Lo avevo visto alle isole Cayman, dove i discendenti irlandesi ne fanno vanto, ma mai a Sharm in mano ad una ragazza, anzi una istruttrice. Si chiama Elena. Dopo aver eseguito un paio di ballate che fa? Spara Knockin’ on Heaven’s Door. E si scatena Il putiferio.

Knockin’ on Adel’s Door è una delle parodie dei DecoBoys che amo di più. È nata, anche quella, al Pirate’s bar. Steva accusava un dolorino alla spalla, dopo sei immersioni, e mentre stavo per consigliargli di farsi vedere dal dr. Adel, il titolare della camera iperbarica, motteggiai ‘Knock- knock-knockin’ on Adel’s door… e lui scoppiò a ridere. Per fortuna Steve non aveva nulla, ma il giorno dopo aveva la canzone completa.


Day  6 -Claudio, the Ladies and the Deco Boys go to Ras Mohammed.


 Io, le ragazze, due leonesse ed una sagittaria, Steve e Thomas andiamo a Ras Mohammed. Sembra una parodia di Leningrad Cowboys go America, di Kaurismaki. È altrettanto surreale. Non abbiamo mai smesso di ridere. Quasi. Solo l’acqua del Mar Rosso e la meraviglia del deserto sono state in grado di imporci alcune pause di contemplazione. Si torna a Sharm per una tappa alla camera iperbarica, che abbiamo servito come tender volontari per alcuni anni. Il dr. Adel non c’è, sta preparando una presentazione per una conferenza, ma il dr Ahmed Insiste a chiamarlo. Adel si presenta, ci abbraccia e ci illumina con i suoi aneddoti e le sue considerazioni sulle nostre proposte, particolarmente quelle di Thomas, che vengono subito bocciate. – chiedete a Thomas di cosa si tratta. E infine lancia una proposta: vediamoci tutti, una volta l’anno.


Day 6 – La promessa

Non so quante volte ho sussurrato nell’orecchio di Mary Poppins questa frase:

“Resisti: torneremo a danzare sott’acqua insieme”.

Be’, ve lo scrivo qua, così non mi chiedete più perché sono sparito: Mary Poppins ha lottato a lungo per la vita e con la prospettiva di una disabilità permanente. Grazie a tutte le divinità esistenti, inclusi i chirurghi, la faccenda si è risolta così:

 Era questo, lo scopo del viaggio.


Grazie Mary Poppins, Nicoletta, Maria Grazia, perfect travel mates

Grazie sharmers! 

Siete meravigliosi e sempre uguali a voi stessi, nonostante le lucette che vi circondano!

I missed you so much

We met again

Love you all

I’ll be back

 

 


 

 

 

 

 

 

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