Tutto cominciò quando in Adriatico, in piena era delle trivellazioni, si scoprì che la parte immersa delle piattaforme offriva un ambiente perfetto a quella prelibatezza nazional popolare che, a seconda della ‘vostra’ provenienza e non della ‘loro’, viene chiamata cozze, mitili, muscoli o peòci. C’è qualcosa di meglio di un traliccio a mezzacqua per dare una casa accogliente a questi gustosi bivalvi? Era il 2014 e qualche folletto del marketing ebbe una grandiosa intuizione, vide la possibilità di rilanciare mediaticamente l’improbabile simbiosi tra pozzi petroliferi, cozze e raccoglitori di cozze. Una interazione dove corpi estranei, come le piattaforme dell’Eni, e gli scozzonatori cooperativi avrebbero portato valore aggiunto (grande parola chiave dell'era 2.0) alla
‘missione aziendale’ di
‘sostenibilità.’ Purtroppo i folletti, generatori di tempeste di parole chiave, non sapevano con chi avevano a che fare. La cozza.
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