La sala della
colazione s’affaccia sull’agrumeto. Guardiamo l’erba folta. La signora del
B&B è felice di avere un pozzo non piove da tre mesi, dice. Carichiamo le
attrezzature in macchina e in un attimo ci siamo, scendiamo verso la vecchia tonnara.
Il BlueAura sembra scavato nella roccia, con le cabine di legno lungo il
sentiero. Monica ci attende con le nuove magliette staff. In un attimo siamo tutti a bordo.
Il mare è una
lastra surreale. Lo scoglio delle formiche spunta come la criniera bionda di uno strano animale, o
una balla di fieno. Da qualche parte sta già piovendo. C'è corrente forte e scendiamo lungo la cima. La visibilità
è strana, ma sotto i cinque metri migliora di colpo: Mar Rosso. Parazoanthus, ricciole,
piccoli scorfani. Io e Mary Poppins come al solito ci facciamo un balletto sott'acqua.
Torniamo
su e poco dopo inizia a piovere, per la prima volta dopo tre mesi. Piove a goccioloni grossi
sul mare piatto e sul gommone. Monica comincia a chiedersi chi è il mago della
pioggia tra gli ospiti. Penso che potrei offrirmi, avrei una scusa per tornare. Ma sto zitto, Mary Poppins questa non me la perdonerebbe. A pranzo il sole esce di nuovo. Filippo skipper e
divemaster mi disegna una caricatura pazzesca.
Alle 16 presentiamo il libro, all'ombra di una tettoia, tra le rocce e le reti. C’è addirittura la PADI, nella persona di Fabio Figurella, regional
manager. Non posso trattenermi dal leggergli proprio quel capitolo lì di Figli
di una… shamandura: la PADI. Ridiamo, e ci vuole. I temi affrontate nel mio ultimo libro
non sono leggeri. Leggero, nel possibile, è lo stile. La morte imminente dei
coralli e la distruzione dello stock ittico sono la dura realtà che avanza.
Ma i subacquei
che ho davanti hanno a cuore il mare. Si vede da come ascoltano i pochi brani
che leggo, sembra sentirli pensare, rimuginare sulla grande perdita che stiamo
per subire. Sono abituati ad agire, a sensibilizzare. Sono tutti istruttori, e divemaster molto attivi
per l’ambiente e nelle diffusione della subacquea. Sono tutti dei Thomas
Canyon. Mi chiedono l’autografo con dedica. Un abbraccio vero, senza troppe
cerimonie. Da chi ha il mare nel cuore.
Sì ritorneremo. Anche
perché stavolta abbiamo conosciuto due posticini non male: le scogliere di Capo
Zafferano e Porticello.
La parola è un soffio e l'immaginazione ci fa volare anche su un caveau o su una sedia a rotelle (è tutto meravigliosamente e beffardamente relativo; è l'unica cosa che ho imparato in tanti giri di giostra). E la signora del B&B mi appare la signora Rosa Brutta (o qualcosa di vagamente simile) credo di Vienna o around lì; e la lastra surreale come il marciapiedi di piazza Venceslao cavalcato col catafalco pur by Mercedes; e la criniera bionda di uno strano animale quasi come il mai definito Pavel (rammenti?); la corrente come il lift o la tarantella che ci faceva mercanteggiare col Muro, ancora eretto, e i suoi cantori di hotel o di Police ( i 50 o 100 dollari abbarbicati nel passaporto o reclutati all'ultimo piano dell'ascensore; rammenti?). Ognuno può avvertire, scorgere, immedisimarsi in un libro, soprattutto se ha le ali; l'ultimo tuo non l'ho ancora letto (e sai perchè) ma ho deglutito tante, antiche bozze...
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