27 ott 2014

benguela current

cape cross, namibia, claudio di manao
Al mattino presto, a Walvis Bay, il mare si perde nella nebbia. Sulla stessa latitudine, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, c’è Rio de Janeiro. Walvis Bay, è in Namibia. Il suo nome viene da una storpiatura imposta dai vari passaggi di sovranità: inglese, tedesca e poi afrikaans. Vuol dire Baia delle Balene. E come il sole si alza, il mare emerge dal quadro e vedi un fiume scuro, immenso. E’ la corrente del Benguela, una striscia nera che nasce nelle profondità gelide dell’Antartide. Nel suo cammino verso nord la corrente si arricchisce di nutrienti raccogliendo residui di carcasse ed altri minerali da fondale oceanico ed è la corrente oceanica più densa e pesante del pianeta. Poi, al largo del Sud Africa e della Namibia, viene su, in superficie. E’ l’effetto dei venti costanti che spirando dalla costa verso il largo spazzano l’acqua di superficie verso est, verso il Brasile, pompando in superficie l’acqua più densa e fredda come dal fondo di un pozzo. Allora la forte luce del sole interviene ed il fitoplancton fiorisce rigoglioso, attivando così la rete alimentare del braccio di mare più pescoso del pianeta. E ti spieghi perché, malgrado la latitudine tropicale e l’immenso altipiano desertico alle tue spalle, quel mattino in porto sei vestito come per andare a castagne nel sud delle Alpi. 
cape cross otaria orsina
I catamarani che partono da Walvis Bay, tra immensi cargo e navi appoggio, superano i reticolati dei vasti allevamenti di ostriche e puntano verso le saline, dove vive una fitta colonia di otarie orsine del Capo, fenicotteri, ed è facile incontrare piccoli gruppi di delfini tursiope, ma anche il lagenorinco scuro, un piccolo cetaceo dalla livrea intensa, simile a quella di un’orca marina, che frequenta le acque australi, tra la Nuova Zelanda e l’Africa. E’ tra giugno e novembre che si verificano gli incontri con delle vere star: in quel periodo le megattere o balene franche australi, attratte dal plancton che nell’inverno australe fiorisce sempre più a nord, incrociano le acque antistanti Walvis Bay. Ma i veri protagonisti di quella costa ricca e difficile sono le otarie. Le otarie non mancano mai di curiosare festose, intorno alle canoe, ai bagnanti, ai catamarani. Attratte da un’aringa o soltanto da affettuosa curiosità.

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16 ott 2014

sei uno squalo sociale?



Ho sempre sospettato che squali e felini avessero molto in comune. Schivi per natura, squali e felini odiano il rumore e i posti affollati; se si avvicinano guardinghi è perché possono resistere a tutto tranne alla curiosità...
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1 ott 2014

sud dell'egitto, da luogo di frontiera a ultima frontiera dello sport

Tutto iniziò più di quindici anni fa, quando un gruppo di investitori kuwaitiani decise di sganciarsi dal solito petrolio, che con la ricchezza portava anche un sacco di problemi: costruire alberghi e aeroporti in Mar Rosso è più divertente che posare oleodotti. A New York le Twin Towers erano ancora in piedi e la prima industria del pianeta era ancora il turismo che, in Egitto, cresceva a vista d’occhio. 
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16 set 2014

il whale watching va regolamentato


L'eccessiva presenza di imbarcazioni causa spesso collisioni con queste creature del mare

GLASGOW - Sarebbe un destino beffardo quello dei cetacei, tra le creature marine più amate dal grande pubblico, se proprio il whale-watching, una delle forme di turismo maggiormente rispettose dell'ambiente, contribuisse definitivamente alla loro estinzione. Eppure nell'agosto scorso, scienziati dell'International Marine Conservation Congress (IMCC) a Glasgow (GB), hanno dimostrato che quelle escursioni in barca per osservare le balene, oltre a provocare collisioni con i cetacei, influenzano pericolosamente le loro abitudini. Da 4 milioni '90/91, nel 2008 (ultimi dati completi) gli appassionati di whale-watching sono saliti a 13 milioni, per un giro d'affari stimato sui 2,1 miliardi di dollari americani...
di claudio di manao


3 set 2014

squali da spiaggia e 5 fatti veri su di loro


Quest’estate i media italiani si sono comportati con equilibrio sul tema: l’avvistamento di squali sulle rive italiane, infatti, è stato affrontato più con ilarità per i bagnanti terrorizzati ma ben all’asciutto in spiaggia che con il solito sensazionalismo. I video mostrano gli squali in atteggiamenti ben diversi da quelli che ci si aspetta da un mostro interessato ad attaccare la preda, e l’idea che chiunque può essersi fatto nel guardarli è che l’animale fosse disorientato in acque basse, vista anche la concentrazione di mozziconi di sigarette, angurie, creme solari e fluidi corporei di vario genere. Così l’allarme squalo, è stato passato più spesso come curiosità per l’avvistamento che come incubo dell’estate. 

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