Quanto è vero che
la PADI è nata davanti a una bottiglia di scotch, nella subacquea sin dai tempi
di Cousteau si beve. Possibilmente mai prima delle immersioni, a volte durante,
sicuramente dopo. A parte pochi elementi come Alberico, lo zappatore nero di
Pozzobuio di Subacquei Cattivi, i subacquei sono animali sociali e socievoli, si radunano volentieri
al bordo di un bancone da bar, di un tavolo di ristorante, meglio ancora
intorno alla fiamma di un barbecue, meglio se su una spiaggia, possibilmente
esotica o deserta.
Ma cosa sarebbe
la socialità dei subacquei se non ci fosse la birra che li unisce? I racconti
delle immersioni sarebbero così coloriti ed interessanti? Gli squali
supererebbero mai il metro e mezzo di lunghezza? Usciremmo vittoriosi da
pericolosissimi impigliamenti all’interno dei relitti?
Quella della
birra è una magia antica di 6000 anni che ci riporta alle sponde del Mar Rosso e
del Mediterraneo, quando i più grandi produttori di birra non erano i tedeschi,
ma i faraoni dell’antico Egitto. Ramsete Secondo è stato il più grande birraio
dell’antichità, con una produzione di centinaia di migliaia di barili all’anno.
Veniva somministrata agli schiavi per sopportare le fatiche. Gli ottimi
risultati di questa politica sono ancora sotto gli occhi di tutti.
Bere prima
dell’immersione è molto pericoloso. Per una serie di fatti scientifici che non
sto a spiegare certe sostanze raggiungono un’alta concentrazione durante
l’immersione: insomma, è come se beveste di più. Non solo un innocente
bicchiere di bavarese chiara e poco alcolica potrebbe ubriacarvi da solo, ma
potrebbe decuplicare gli effetti narcotici… Ooops, sono partito col piede
sbagliato. Qualcuno potrebbe leggerci un aspetto molto ricreativo! Riformulo.
L’alcol fa alcune
cose bruttine all’organismo del subacqueo in immersione. Fa entrare l’azoto a
braccia aperte, e poi se lo coccola per bene, così bene che non vorrebbe farlo
più uscire.
I risultati li
conoscete già. Se non li conoscete non c’è nessun male, ma non immergetevi
oltre gli otto metri in acque calde, oltre i quattro in acque fredde.
Non dovremmo bere
neanche dopo, l’immersione. Ma non si può tirare tropo la corda. Ci vuole buon
senso. Una birra in mano con ancora la muta addosso è una balordaggine anche
per i tipi come me.
La birra (dopo
l’immersione) è un’ espressione culturale. La birra è rock, è party time, è da
bancone orizzontale, dove l’interlocutore totemico è un silenzioso barman che
spilla, dove un CD o un Trainer sono sullo stesso piano di un Open. La birra è un
rituale senza sacerdoti. La birra Stella, in Egitto, è una birra capace di
mille sorprese. Senza la birra anche la subacquea in generale sarebbe
striminzita, come gli squali. Senza la birra le storie di Figli di una
Shamandura non sarebbero state possibili. Tantomeno pubblicate.
Adesso qualcuno
si domanderà : ‘Ma c’è davvero chi beve birra sott’acqua?’ La domanda giusta è:
Come si fa a bere birra sott’acqua?
Prendete una
bottiglia formato peroncino: 25cl - non azzardatevi con il formato ‘grande’ da
66, a meno che non vogliate condividerla – e stappatela sott’acqua ad una
profondità dove non potete farvi male, né coi vetri né col cervello. Sdraiatevi
sul fondo e mettetela col collo verso il basso e insufflate aria nel collo.
Tappatela col pollice. Mettetevi in piedi sul fondo e avvicinatela alle labbra.
Rilasciate il pollice-tappo. Vi arriverà un getto di schiuma, di birra e di
acqua salata. WOW! Ripetete l’operazione. Se non siete più che esperti evitate
di farlo in assetto neutro.
- Disclaimer: questa pratica non aumenta né il livello tecnico
né la sicurezza durante l’immersione, e non è consigliata da nessuna delle maggiori
didattiche.
Questo post mi rimette in sesto dopo una batosta (ina) morale subacquea. Saluti da Woodhouse.
RispondiEliminaCiao Claudio, passate bene le festività pasquali?! Come forse saprai, la Birra è la mia bevanda prediletta e non potrei mai farne a meno, neppure sott'acqua appunto!! Hic & burp... con affetto!!))
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