16 nov 2025

Back to Sharm el Sheikh - oltre l'immaginabile

 


A volte scrivere è un atto magico. Ho scritto Sbandati come plancton nella corrente perché mi mancavano i miei protagonisti, in gran parte ispirati ai vecchi miei amici di Sharm el Sheikh. In sostanza, mi mancavano un botto i miei amici. Ed avevo una promessa da mantenere.

 

Mi preparo al corto circuito.

Sapevo che la Sharm el Sheikh di oggi sarebbe entrata in conflitto con i miei ricordi più cari, come lo facevano i sogni che di notte continuavano a distorcere La Mia Sharm

“Io avevo lasciato il Mar Rosso, ma nei sogni il Mar Rosso voleva dirmi che non m’aveva mai abbandonato. Qualcuno sostiene che la mente, mentre si dorme, cerca di ricostruire il quotidiano. Platax e barracuda non erano più il mio quotidiano da un pezzo, eppure irrompevano nelle scene che sognavo.”

-          Sbandati come plancton nella corrente

Intanto...




Day 1 & 2

Chiamatela pure sindrome del Ragazzo della via Gluck. Per i primi due giorni ho nascosto dissimulato (nel possibile) lo shock alle mie compagne di viaggio. Il loro entusiasmo, ed una genetica repulsione al lamento, non meritano lagne. Da loro mai un gnegnegné, piuttosto risate su tutto ciò che, tipicamente a Sharm, non funziona. Pensavo di essere utile sulle trappole che conoscevo bene e loro… niente, scardinano tutte le tagliole sul percorso, riescono a mettere in imbarazzo navigati animatori-gigolò e a guadagnarsi il loro rispetto. Con calma. E sense of humour. Mi dico: con tre così vai dappertutto. L’universo sta tramando per la mia felicità ma io ancora non lo so, vedo insegne luminose, fontane nel deserto, costruzioni stile Disneyland, torri dove prima c’era solo il giallo ocra dell’arenaria. Cerco gli spazi ancora sterrati dove un tempo consumavo i miei sandali alla ricerca di un introvabile spazzolino per il cesso. (cit. Figli di Una Shamandura)


Day 3 - Jessica

So che è a Sharm e voglio farle una sorpresa. Anche lei ha scritto un libro, un romanzo breve, brillante e toccante su di noi, guide e istruttor sharmesi. La incontriamo al Sadyki Bar a el Hadaba, sul cliff. Con lei ci sono Andrea, Claudia e Livia, la figlia di Claudia, che venti anni fa era una ragazzina imbronciata ed ora è una felice divemaster. Il Sadyki Bar adesso ha anche un gabinetto. Immaginate un po’ la situazione precedente, in un luogo dove non c’è neanche un alberello in giro. Baci, abbracci e lagrimucce. Ci rivediamo il 10, dice Jessica, stesso posto. Ok.


Day 4- El Fanar

La mia prima immersione – si fa per dire - dalla floating del Coral Bay, è rigorosamente guidata. Un vecchio adagio sharmese recita:

“Sono i diving center che non ti chiedono il check dive quelli dei quali devi fidarti meno”

Non aspettatevi la descrizione di questa immersione perché quella documentata è l’ultima. Usciti dall’acqua si va a El Fanar. Luogo leggendario. Da lì, oltre a mangiare, bere birra e prendere il sole, potevi sbirciare le gorgonie di Ras Umm Sid anche facendo snorkeling. Lettini, gorgonie etc. sono ancora lì, ma il ristorante stile Flintstones è in rovina, nascosto da muri e strutture di legno che separano più bar e attività, tutte affastellate peggio che in Liguria. Quel labirinto mi ricorda i sogni sulla Sharm di superficie che da dieci anni a questa parte mi raggiungono di notte. La Mia Sharm, nei sogni, è un suk delirante, caotico. Al Fanar mi manca lo spazio di un tempo. Ti salvi se vai in acqua o se sei bordo mare ad osservare la danza delle barche che si avviano al porto nel tramonto dorato. Propongo di cenare a Naama Bay. Il mio obiettivo segreto è il Pirate’s Bar. È lì che ho incontrato Franz, dopo che ci eravamo persi di vista per dieci anni. Ed è lì che Thomas, col quale lavoravo al Sofitel, mi presentò Steve, anche lui reduce da Zanzibar. Era lì che trovavamo tutti i manager e quindi lavoro, e l’happy hour prevedeva un ricchissimo buffet. Senza parlare delle divemaster abbronzate. 



Day 4 -5  - Attento a cosa desideri, potrebbe avverarsi

Ho scritto Sbandati come plancton nella corrente perché dovevo chiudere in qualche modo l’epopea sharmese. Io, e molti dei vecchi, ce ne eravamo andati. Ma come anticipato, mi mancavano i protagonisti dei miei romanzi. E di conseguenza gli amici che li avevano ispirati, tutti sparsi per il mondo, Mi mancavano soprattutto Steve e Thomas, i DecoBoys, che hanno lasciato un segno importante nella nostra comunità di sbandati planctonici. Non li vedevo da forse venti anni. Ed eccomi al Pirate's Bar. Le mie compagne di viaggio danno l’ok per il menu ed io tiro un sospiro di sollievo, ma a metà. Mi sento come in museo deserto. Prendo il mio telefono e mostro loro foto disegni come cercando di giustificare la mia insistenza a cenare in un locale semivuoto ma per loro va benissimo, il cibo è ottimo e l’atmosfera è piacevole. Chiediamo il conto e spunta Sem, ex guida ed ex superstite del famigerato 100’s Club che mi riconosce subito.

“Claudio! Non ci posso credere! Indovina chi sta arrivando!” – mi dice.

Steve e Thomas, i DecoBoys si materializzano sul piazzale del parcheggio.

Nessuno di noi ha in programma di far tardi, ma Sem ha con sé una chitarra….

 

DAY 5 - due libri, i DecoBoys e una violinista

Non riesco a dormire. L’emozione è troppo forte. La probabilità era una su qualche milione, visti i nostri percorsi, e la mia allergia ai social. Ci siamo ritrovati esattamente dove ci eravamo incontrati, dove è partito tutto. Alla sera si va al Sadyki Bar, scopro che io e Jessica dobbiamo presentare i nostri libri: Sbandati come plancton nella corrente e Pensieri fluidi in un mondo sommerso. Hanno fatto tutto loro, le femmine tessitrici.

Vedo spuntare, ad uno ad uno, i miei amici di Sharm, come da una vita parallela: Cecco, Sara, Chiara, Barbara, Luca, Yuri, Andrea, Vanessa, Ornella, Michelina, Brano, Luis,… Finita la presentazione Jessica si commuove, ma interviene subito un violino. Non avevo mai visto un violino ad un party a Sharm. Lo avevo visto alle isole Cayman, dove i discendenti irlandesi ne fanno vanto, ma mai a Sharm. Tantomeno in mano ad una ragazza, anzi una istruttrice. Si chiama Elena. Dopo aver eseguito un paio di ballate che fa? Spara Knockin’ on Heaven’s Door. E si scatena Il putiferio.

Knockin’ on Adel’s Door è una delle parodie dei DecoBoys che amo di più. È nata, anche quella, al Pirate’s bar. Steve accusava un dolorino alla spalla, dopo sei immersioni, e mentre stavo per consigliargli di farsi vedere dal dr. Adel, il titolare della camera iperbarica, motteggiai ‘Knock- knock-knockin’ on Adel’s door… e lui scoppiò a ridere. Per fortuna Steve non aveva nulla, ma il giorno dopo aveva la canzone completa.


Day  6 -Claudio, the Ladies and the Deco Boys go to Ras Mohammed.


 Io, le ragazze, due leonesse ed una sagittaria, Steve e Thomas andiamo a Ras Mohammed. Sembra una parodia di Leningrad Cowboys go America, di Kaurismaki. Il risultato è altrettanto surreale. Non abbiamo mai smesso di ridere. Quasi. Solo l’acqua del Mar Rosso e la meraviglia del deserto sono state in grado di imporci alcune pause di contemplazione. Si torna a Sharm per una tappa alla camera iperbarica, che abbiamo servito come tender volontari per alcuni anni. Il dr. Adel non c’è, sta preparando una presentazione per una conferenza, ma il dr Ahmed insiste a chiamarlo. Adel si presenta, ci abbraccia e ci illumina con i suoi aneddoti e le sue considerazioni sulle nostre proposte, particolarmente quelle di Thomas, che viene subito bocciata. – chiedete a Thomas di cosa si tratta. E infine lancia una proposta: vediamoci tutti, una volta l’anno.


Day 6 – La promessa

Non so quante volte ho sussurrato nell’orecchio di Mary Poppins questa frase:

“Resisti: torneremo a danzare sott’acqua insieme”.

Be’, ve lo scrivo qua, così non mi chiedete più perché sono sparito: Mary Poppins ha lottato a lungo per la vita e con la prospettiva di una disabilità permanente. Grazie a tutte le divinità esistenti, inclusi i chirurghi, la faccenda si è risolta così:

 Era questo, lo scopo del viaggio.


Grazie Mary Poppins, Nicoletta, Maria Grazia, perfect travel mates

Grazie sharmers! 

Siete meravigliosi e sempre uguali a voi stessi, nonostante le lucette che vi circondano!

I missed you so much

We met again

Love you all

I’ll be back

 

 


 

 

 

 

 

 

4 nov 2025

Sbandati come plancton tour - Part 3 - Bergamo


Il Bergamo Diving Center è uno dei club più attivi  d'Italia. Organizza corsi subacquei, eventi, conferenze, pulizie dei fondali e, infine, la mitica Pinnata dell'Adda. Nel pieno rispetto della tradizione subacquea italiana qualsiasi cosa il Club organizzi finisce sempre in pizzeria. O con un barbecue. 

Ci siamo conosciuti nel 2019 nel corso di un evento DAN e ci siamo piaciuti subito: l'entusiasmo la voglia di viaggiare (e di ridere) erano palpabili. Anzi: spessi. Mi invitarono per la discesa dell'Adda, una tradizione che il Club onora ogni anno, da 40 anni. Proposta intrigantissima, segnata sull'agenda. Poi scoppiò la pandemia. Quella zona fu la più colpita. Il mio pensiero andò a tutte le persone che avevo conosciuto pochi mesi prima. 

"Sono giorni bui - mi scrisse Riccardo - si tira avanti" 

Una frase laconica, certo, ma che riassumeva tutta la resilienza e la dignità dei bergamaschi. 


Ad emergenza finita, nel 2023, mi arriva la newsletter: c'è la Pinnata dell'Adda. Una gara che, come tutti i viaggi e tutte le gare, l'importante è esserci, guardarsi intorno. Ne ho scritto qui, su ImperialEcoWatch. Io e Mary Poppins arriviamo ultimi con Marco che chiude la fila e che nel tragitto ci intrattiene con racconti, aneddoti e notizie sulla vita d'acqua dolce. L'organizzazione è perfetta. C'è un gommone della Protezione Civile, ambulanze pronte, istruttori in acqua e in assetto da rescuer che garantiscono la sicurezza dei partecipanti. All'arrivo ci attende una mega-grigliata con menu alternativo vegano. Il Beppe, presidente del club mi fa:

"Organizziamo qualcosa, un evento. Ti va?"

Loro ancora non lo sanno che ho scritto Sbandati come plancton nella corrente, durante la pandemia. Mentre scrivevo avevo la sensazione che ci fosse qualcosa in più, qualcosa che poteva uscire dal recinto subacqueo ed affrontare un pubblico più vasto. Sarà sempre il pubblico a decidere, è ovvio, ma intanto trovo l'interlocutore in Nutrimenti_Mare. E mentre io e Nutrimenti_Mare ci scriviamo, parte la seconda pinnata. Ed io a Beppe:

"Penso che presto uscirà il mio nuovo libro."

"Be', vieni a presentarlo da noi!"


Halloween. 

E' il 31 ottobre ed a me è venuto in mente solo il 30 che il giorno dopo sarebbe stato Halloween. Mi procuro una zucca e ci metto sopra una maschera. Subacquea. Di Halloween avevo sentito parlare tanto dalla parente americana, mi portava i gadget e i cappelli a punta. A dieci anni Halloween lo trovavo una figata, come tutte le cose che non ci sono, ma a diciotto me n'ero già scordato. Poi eccolo qui, Halloween è tra noi. A Seriate sono le 20 ed entriamo in un luogo che con Halloween non ha nulla a che spartire: il Centro Pastorale Giovanni XXIII, il papa bergamasco. L'aula è spettacolare, ma strada facendo mi colpisce la chiesa. Un'architettura pazzesca. Evelino Rossoni, il vicepresidente del Club, ci accompagna per una visita all'interno. Ci illumina sui concetti artistici e sulla luce che scende dai lucernari, è notte ma possiamo immaginare la luce che viene giù a cascata e si riflette. Mario Botta. Chi altri?


Beppe mi fa:

"Mi è venuto in mente adesso che è Halloween e ci sarà meno gente!"

A me era venuto in mente solo il giorno prima. Le coppie con figli sotto i 13 non ci saranno. Pazienza. E mentre l'aula si riempie Alessandro, istruttore tecnico e frequentatore di Sharm dai tempi del Club dei 100, mi mette sotto il naso una sfilza di libri. Sono tutti miei e li vuole autografati. Non è l'unico. Sono tantissimi presenti che hanno già almeno il nuovo libro. Tra loro il mitico Nello arrivato da Lecco. Non ci vedevamo dal 2018. Si ride, ci si diverte, c'è musica. E la serata finisce inevitabilmente in pizzeria. Una pioggerella britannica ci ricorda che siamo già in pieno autunno, ma si parla di Maldive, di Galapagos... di Cenotes, come sempre. 

Sui subacquei il sole non tramonta mai.


Grazie Bergamo Diving Center

Alla prossima!


Claudio







 

27 ott 2025

Sbandati come plancton tour - Part 2 - Roma

 


Da dove comincio? Dal Festival della letteratura di viaggio, da La libreria Internazionale Il Mare, da Gianni e dal Forum Sport Center o dal barbecue che, come in Figli di una Shamandura, rischia di bruciare la casa? Penso che la cosa migliore sia cominciare dalle forze, affatto misteriose, che mi hanno portato a Roma.


Ti andrebbe di andare a un Festival a Roma?

L’editore, Nutrimenti_Mare, mi chiama per farmi sapere che sono finalista (agli ottavi) nel torneo del festival sopraccitato.

“Una gara tra scrittori? Ma io, veramente… a me non piacciono i talent show e non mi sento adatto ai contest!”

“Non è X-Factor” mi risponde sornione, “ci saranno club di lettura e altri autori come te, studenti, gente che legge e scrive libri. Secondo me ti troverai bene. Sei un tipo brillante, o no?”

Nelle parole chiave ‘altri autori come te ‘ e ‘brillante’ scruto una possibile trappola. Una trappola in cristalli di Swarowski. Tra l’altro l’ho portato sott’acqua, Swarowski, lui e la moglie ma non è il caso di parlarne qui perché adesso ho voglia di vedere gli amici e i parenti romani, e poi Gianni e Marco e Anna Lucia della Libreria Internazionale il Mare, Vittoria di ImperialEcoWatch. Funzionerà un incastro del genere, a Roma in pochi giorni?


Gianni

“Alla fine ho ordinato io er proiettore e pure er telo su amazon. Così famo tutto noi, senza diventà matti, senza chiede cose ‘n giro”.

Quelli che pensano che i romani sono lenti e che se la prendono comoda si sbagliano. Sono velocissimi. Sono le circostanze a rallentarli. Tipicamente il traffico e i malfunzionamenti. E i romani, invece di incazzarsi, secondo l’altezza del sole e luogo della panne, si fanno un caffè o una birretta. Poi ripartono. Gianni gestisce il Diving Blue World – e altre cose – e non sta fermo un attimo.

“Il fan clab sta a fa’ tardi, stasera se magna tardi” 

Me lo comunica senza batter ciglio dopo aver annusato le app del traffico e sistemato i vari cavetti. I ‘fan clab’ sono reciproci, se io posso funzionare come un club da individuo. Cito affettuosamente Aurora, storica safarista sudanese, e Francesca, biologa marina. Non ho voce, fa freddo ma il pubblico è quello giusto e Gianni convince tutti che dobbiamo cantare Subacqueo, una parodia di Azzurro che fa sempre sbellicare i presenti. E sia.  Facciamo tardissimo, come previsto. Il giorno dopo devo scendere nell’arena.

Villa Celimontana

Ricordo di esserci stato mano nella mano con mia nonna. Ricordo una certa atmosfera magica, o non so cosa. L’atmosfera magica o non so cosa, è ancora tutta lì, da percepire oltre il palco e i gazebo innaturali. Purtroppo, a parte l’aura magica, non mi ricordo un cazzo di come è fatto quel luogo. Niente. Ricordo di più Venezia. Gli organizzatori si occupano di me, come se avessero intuito che non so niente, non ho preparato niente. Sul palco mi accorgo che mi sto divertendo un casino. La mia ‘avversaria’ è una bella e spigliatissima ragazza, Carolina Paolicchi. Quando mi è stata presentata io me ne ero uscito con: “Ok. Ha vinto lei.” “Ma se neanche conosci il suo libro!”. So riconoscere la grinta, la solidità, al primo sguardo. Invece il pubblico presente sancisse la parità. I club di lettura in remoto decretano Carolina vincitrice. Ha scritto A Baghdad con Le mille e una notte. Soprattutto ha avuto il coraggio di andarci, a Baghdad, di seguire le orme di Sherazade per scriverlo. Va benissimo così. Adesso devo andare. Devo andare a pescare la mia socia alla Stazione Termini. Potrebbe non orientarsi. Un gruppo di ragazze (mi sento un ragazzo quindi vale anche per loro) mi esternano il loro sostegno e il disappunto per la mia sconfitta. Tra loro, decisamente più ragazza di tutte, c’è Federica Focà, di Roma Today, che mi chiede un’intervista. Eccola:

 https://www.romadailynews.it/altre-notizie/intervista-a-claudio-di-manao-il-subacqueo-che-ha-voluto-raccontare-il-suo-amore-per-il-mare-0898884/

 Il Regalo di Anna Lucia - Libreria Internazionale Il Mare.

Dall’ultima volta che ci siamo visti, La Libreria Internazionale Il Mare ha cambiato sede. Da una traversa di Via di Ripetta – Piazza del Popolo/via del Corso per intenderci – s’è spostata sull’Aventino, dove gli imperatori si ritiravano a meditare. Marco e Anna Lucia sono degli amici, di quelli che vedi ogni tot anni e tutto sembra come ieri. Il locale è più piccolo ma luminosissimo, ha qualcosa di britannico, anche se non saprei dire cosa: la luce di Roma entra dalle ampie vetrate. In un attimo si riempie. Nonostante le manifestazioni e lo sciopero. Riconosco Mafaldiver e Boccio, i loro nickname sul forum dove ci siamo conosciuti. Dopo anni d’immersioni e di corsi, di brevetti e di tante cose fatte insieme, avevo perso i contatti. C’è Marco, vicino di banco delle elementari, la mitica Giorgia con un’amica ancora più mitica e, a sorpresa, i parenti romani della mia socia. E infine Vittoria, amica, editrice di ImperialEcoWatch, subacquea, esploratrice, nella sua impeccabile eleganza understatement. Sono emozionato e stavolta è colpa del pubblico e di Anna Lucia. Vite sparse, a volte sinergiche, si ritrovano lì. Anna Lucia ha compilato una mappa interattiva con i way-point del viaggio degli Sbandati come plancton nella corrente.

Non solo: ha creato una playlist con le canzoni contenute nel libro su Apple Music ed ha affiso un QR code all’entrata. Sapevo che era in programma, ma vederlo è un tuffo al cuore. Un uomo un po’ avanti con l’età che mi chiede l’autografo mi dice di essere un ex sommergibilista. Il firmacopie, almeno per me che non voglio andare in automatico ma conoscere le persone che ho davanti è sempre il momento più critico. E lui se ne va lasciandomi una curiosità immensa. Finiamo tutti al pub. Fuori fa un freddo che contraddice le ottobrate romane, ma continuiamo a conversare anche fuori, sigaretta, perché tutti ma proprio tutti ci troviamo bene insieme.



Barbecue

È il titolo di un capitolo di Figli di una Shamandura. 

Il luogo più sicuro dove farlo partire resta la spiaggia. Stavolta non sono a Sharm el Sheikh ma da mio fratello. Ci sono le cugine romane che non vedo da anni, con i rispettivi mariti e il cugino con figlio piccolo. Il mio piano è cucinare le costine come si fa dalle mie parti. Le ho affogate nella birra con il rosmarino, poi asciugate, cosparse di miele e senape. Barbecue a gas. Metto al minimo e chiudo il coperchio per un buon effetto forno. Richiamo Vittoria, mi aveva chiamato ma avevo le mani sporche, e lei mi dice che il mio libro dovrebbe fare il salto, tracimare oltre l’audience classica di subacquei perché è qualcosa di diverso. Penso che c’è gente che va dai coach, che frequenta corsi motivazionali, io ho Vittoria, i miei editori, i miei lettori. Tutti pronti a stroncarmi quando presento lavori che secondo loro non vanno e non delle critiche quando vengono da chi, anche nel suo modo di vedere, protegge la mia firma. Per quello che conta la mia firma nell’universo, ovviamente. Metto giù il telefono e il marito di mia cugina mi fa notare che ci sono fiamme che sprizzano fuori dal barbecue. Esco, chiudo tutti i rubinetti, ma le fiamme insistono. Non rischio più da tempo l’incendio dei capelli, quindi mi avvicino. Provo a chiudere la bombola del gas ma scotta. La socia, sempre operativa, mi passa subito uno straccio per afferrarla. La estraggo, la chiudo e aspetto. Il fuoco si estingue. Iniziano a circolare le teorie. Tra noi c’è anche ingegnere, che sostiene la mia: troppi residui sul fondo. Già, i residui. Qui non si tratta di aver confuso una bottiglia d’aceto con quella dello starter, come in Figli di una Shamandura, ma di residui, come in Sbandati come plancton. Non facciamo in tempo a venire a capo della faccenda perché qualcuno ha già risolto tutto.

“Ho fatto gli gnocchi” annuncia mia cognata, “ragù toscano! Vi sedete a tavola o no?”.

Ho letto La lentezza, di Milan Kundera, tanti anni fa. Ho provato a rileggerlo, ma stavolta non sono riuscito a finirlo. I romani, presumo, non l’hanno mai letto. Anche perché leggono poco. In ogni caso, la flemma di Jep Gambardella ne La grande Bellezza non li rappresenta affatto.

Grazie Nutrimenti_Mare, grazie Gianni, grazie Anna Lucia e Marco.

Grazie a tutti e tutte le persone che c'erano. 

Miao.




7 ott 2025

Sbandati come plancton tour – part 1

 

Museo della Pesca

23 agosto: Caslano, Canton Ticino. inevitabilmente fa un caldo boia ma la vista dall’aula/sala conferenze del Museo della Pesca è magnifica, attraverso le vetrate vedi la passeggiata, il porticciolo, e il Lago Ceresio. Mary Poppins ha deciso di offrire l’aperitivo e quindi la sala con 60 posti a sedere è strapiena, c’è gente in piedi. Sono venuti dall’Italia e dal Canton Ticino. Parte la musica con un video: Fade Away (Oasis) e il pubblico entra subito nel mood. Non è una presentazione in stile accademico, è un party. Qui si parla di corde (stimolate) e di ricordi.

Temo i soliti problemi linguistici tra proiettore e computer. Incredibilmente, non si verificano. Cristiana Barzaghi, biologa del museo e subacquea, Sbandati come plancton nella corrente se l’è letto tutto, anzi se l’è studiato. Ha messo i segnalibri colorati per ogni argomento che vuole affrontare con me. Fa domande che stimolano riflessioni, da persona che ha colto perfettamente lo spirito. Mary Poppins mi farà notare che ero spesso nell’angolo, come intimidito secondo lei.

“La prossima volta mettiti davanti! Sei tu il protagonista!”

Tra il pubblico tanti amici di Rsi, la Radiotelevisione Svizzera di Lingua Italiana e di ASFOPUCE, Associazione Fondali Puliti Ceresio e poi Maura, subacquea ticinese energetica, e Francesca del glorioso Esimio Sub, e poi c’è Marco, di dive-different, con una maglietta epica che dovevo assolutamente fotografare, e c’è Omar, di re-count switzerland, un musicista che dovreste tenere d’occhio. Ci sono le persone che si sono state accanto a Mary Poppins e un bel numero di presenti che con la subacquea non hanno mai avuto a che fare. Infine, Walter.

 

Walter lavorava con me allo Sheikh Coast Diving Center nell’età dell’oro di Sharm e me lo ritrovo lì, a Caslano. Interviene nella presentazione elargendo aneddoti e storielle da back-stage che fanno sbellicare il pubblico. Walter ha un senso dell’umorismo esplosivo. Ve lo dico: non so se ha voglia di farlo ma se un giorno pubblicherà un libro sulla subacquea… leggetelo. Leggetelo dopo i mie però, altrimenti vi sembrerò noioso. La presentazione finisce con un video: io e Mary Poppins che balliamo sott’acqua sulle note di Blue Tango, Paolo Conte. Il pubblico applaude, io sono un po’ stordito. Non mi aspettavo tante presenze, tanto affetto. Firmo le copie come in trance. 



Grazie Mary Poppins per la tua presenza solare (e per l'aperitivo)

Grazie Cri e Grazie Mau

per la magnifica accoglienza

Grazie e tutti voi che c'eravate!

È stato un momento indimenticabile. 

PS

Non temete, ce ne saranno altri.

Dimenticavo,,,